31/01/2025 - 31/01/2027
Parlare di Giubileo significa muoversi su un terreno estremamente sensibile, un evento che diventa una vetrina per la politica, uno strumento di propaganda e una macchina di promesse che spesso rimangono disattese. Da un lato, la classe politica sfrutta la visibilità dell’evento per costruire narrazioni di progresso e trasformazione urbana; dall’altro, la realtà dei dati dimostra una storia ben diversa, fatta di investimenti sproporzionati rispetto ai benefici reali, di turismo momentaneo e di un’occupazione precaria che svanisce poco dopo l’evento.
Gli Investimenti pubblici
Per il Giubileo 2025, Roma riceverà circa 1,8 miliardi di euro per progetti che dovrebbero trasformare la città. Tuttavia, se si guarda al passato, in particolare al Giubileo del 2000, si nota come questa grande iniezione di fondi non abbia portato a un reale sviluppo strutturale duraturo.
Nel 2000, furono stanziati 1,88 miliardi di euro per oltre 800 progetti infrastrutturali, ma la maggior parte di questi interventi si è risolta in operazioni spot, miglioramenti circoscritti che non hanno innestato processi di crescita economica stabili.
Le infrastrutture, tra cui il potenziamento del raccordo anulare, alcuni sottopassi e la costruzione del parcheggio al Gianicolo, hanno portato benefici marginali alla mobilità cittadina, senza però affrontare le reali criticità del trasporto pubblico romano.
La narrazione politica dipinge queste opere come rivoluzionarie, ma la realtà raccontata dai dati economici mostra che si tratta per lo più di investimenti che non hanno modificato sostanzialmente la qualità della vita dei cittadini.
L’impatto economico del Giubileo del 2000: Tra retorica e realtà
Uno studio della Banca d’Italia del 2019, che i lettori del blog trovano in calce, ha analizzato l’impatto economico del Giubileo del 2000, evidenziando come il valore aggiunto pro capite sia rimasto pressoché invariato nel lungo periodo.
Valore aggiunto pro capite: Inizialmente si è osservato un lieve incremento, ma i benefici sono evaporati in pochi anni, dimostrando che il Giubileo non è stato un volano per la crescita economica sostenibile della città.
Occupazione: Sono stati creati circa 58.000 posti di lavoro in più rispetto al trend previsto, ma in settori con bassa qualificazione, come costruzioni e turismo, portando a una destrutturazione della produttività locale.
Mercato immobiliare: Il valore degli immobili nelle periferie è aumentato grazie alle nuove infrastrutture, ma questo ha acuito il problema della gentrificazione, rendendo più difficile per i lavoratori a basso reddito accedere alla casa.
Turismo e sostenibilità economica: un’ombra sui dati
L’incremento delle presenze turistiche nel 2000 è stato notevole (+42%), con una crescita della spesa turistica del 20%. Ma i numeri mostrano che questo boom è stato temporaneo: nei cinque anni successivi, la spesa turistica è tornata ai livelli pre-Giubileo. La narrazione politica vorrebbe far credere che il turismo, spinto dal Giubileo, abbia effetti permanenti sulla crescita economica. La realtà dimostra che il turismo religioso è un fenomeno contingente, che non innesta meccanismi strutturali di sviluppo economico.
Il lavoro povero
Un aspetto poco discusso, ma centrale, riguarda la qualità del lavoro generato dal Giubileo. Tra il 2008 e il 2019, il comparto alberghi e ristoranti ha registrato un aumento del 30% nell’occupazione, ma con salari bassi e una diffusa precarietà. Lo studio della Banca d’Italia conferma che il settore turistico si regge su una forza lavoro sottopagata, spesso impiegata con contratti a tempo determinato o stagionali.
Anche il settore culturale non è immune: nel 2019, oltre la metà dei lavoratori del comparto percepiva meno di 8 euro l’ora, con molti contratti regolati dal Multiservizi, lo stesso contratto utilizzato per mense e pulizie. In sostanza, il Giubileo non crea opportunità di lavoro stabili e dignitose, ma amplifica un modello economico basato sul lavoro povero.
La Città che resta dopo l’evento: un’assenza di programmazione ordinaria
Molti degli investimenti previsti per il Giubileo 2025 si concentrano sulle aree centrali della città, mentre il 70% dei romani vive in periferia. La vera emergenza di Roma, però, non è la mancanza di grandi opere, ma l’assenza di una manutenzione ordinaria adeguata.
Un dato emblematico: tra il 2005 e il 2016, il numero di giardinieri impiegati per la manutenzione del verde urbano è stato ridotto del 75%, mentre le aree verdi di competenza del Servizio Giardini sono aumentate. Questo significa che ogni giardiniere oggi deve gestire una superficie sei volte maggiore rispetto al 1995. Il problema non è costruire nuovi parchi, ma garantire la cura di quelli esistenti.
Lo stesso discorso vale per biblioteche, musei e archivi, fondamentali per il turismo e la cultura, ma oggi privi di risorse adeguate, affidati sempre più al volontariato e al servizio civile.
Prospettive per il Giubileo 2025
L’analisi degli effetti economici del Giubileo del 2000 dimostra che l’evento non ha generato crescita strutturale per Roma. Gli investimenti pubblici migliorano le infrastrutture, ma non trasformano il tessuto economico della città. Il turismo crea un’illusione di prosperità, ma non porta benefici duraturi. L’occupazione cresce, ma solo in settori a bassa produttività e con salari precari.
Per il Giubileo 2025, sarebbe necessario un cambio di strategia: smettere di considerare il turismo religioso come motore esclusivo della crescita e puntare su investimenti in settori ad alto valore aggiunto. Altrimenti, ancora una volta, il linguaggio della politica continuerà a raccontare una Roma che non esiste nei dati economici, ma solo nei proclami elettorali.
LO STUDIO DELLA BANCA D'ITALIA
banca-ditalia-effetti-dei-grandi-eventi-giubileo-2000-en_tema_1208.pdf
Roberto Necci
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