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Come cambia il tessuto alberghiero romano? La scomparsa dell'albergatore

02/02/2025 - 02/02/2027

Il tessuto alberghiero romano ha subito una trasformazione radicale, più marcata rispetto a qualsiasi altra città italiana, la pandemia ha infatti accelerato un processo di rimescolamento imprenditoriale, facendo uscire dal mercato molte piccole e medie aziende, condottoe da proprietà locali e ridefinendo profondamente il panorama dell'hotellerie nella Capitale.

 

La struttura dell'ospitalità romana prima della pandemia

 

Prima del COVID-19, Roma contava circa 1.200-1.300 hotel, suddivisi in tre principali categorie:

 

1. Piccoli alberghi: Strutture con accatastamento alberghiero (D2), ma molto simili alle attività ricettive extra alberghiere. Un fenomeno particolarmente evidente nelle vicinanze della Stazione Termini, dove interi piani di palazzi ospitavano hotel con licenza ufficiale, pur avendo dimensioni e caratteristiche simili alle guest house o affittacamere.

2. Medi alberghi: Hotel con una tipologia strutturale più classica, composti da 30 a 60 camere e spesso gestiti da famiglie. Alcuni facevano parte di piccoli portafogli alberghieri, ma la maggioranza era a conduzione individuale, con i proprietari coinvolti direttamente nella gestione operativa. L'aumento dei costi, la vetustà delle strutture e le normative sempre più stringenti stavano già da tempo mettendo sotto pressione questi operatori.

 

3. Grandi hotel e strutture di lusso: Alberghi storici, spesso di proprietà familiare, che hanno avuto difficoltà a competere con i servizi offerti dalle grandi catene internazionali. La manutenzione e la necessità di aggiornare l’offerta, una mancanza di coesione famigliare sono state le principali criticità di queste strutture.

 

Cosa è successo dopo il COVID?

 

La pandemia ha portato alla chiusura totale del settore alberghiero romano, un evento senza precedenti. Solo circa 300 strutture sono rimaste operative, principalmente per ospitare viaggiatori con necessità impellenti, riconducibiki ai servizi essenziali o alla sanità. Questa crisi ha accelerato una trasformazione già in atto, con la scomparsa di molte piccole realtà, in particolare quelle con scarse condizioni strutturali, igienico-sanitarie e spesso con mancanza di continuità nella conduzione. Anche il cambiamento nei gusti della clientela ha giocato un ruolo determinante.

 

Parallelamente, si è verificato un forte processo di consolidamento. Molti hotel di medie e grandi dimensioni sono stati acquisiti da gruppi più strutturati, fondi di investimento e realtà internazionali. Tuttavia, non si è trattato solo di una crescita delle grandi catene alberghiere: nuovi investitori provenienti da altri settori economici (costruzioni, commercio, grande distribuzione) hanno diversificato il proprio business nel settore dell’ospitalità. Questi soggetti pur apportando capitali non sono riusciti ancora ad apportare valore aggiunto nell'accoglienza e nella gestione.

 

Un altro fenomeno rilevante è stato l’ingresso di imprenditori asiatici, spesso già radicati nel tessuto economico romano in altri ambiti come la moda, il commercio, la distribuzione. Questo ha creato nuove micro-comunità imprenditoriali nel settore alberghiero, il cui impatto è ancora in fase di definizione.

 

Infine, Roma ha visto l’arrivo di gruppi stranieri con strategie non sempre chiare, sollevando dubbi sulla loro capacità di apportare un valore aggiunto reale all’hotellerie cittadina.

 

Un nuovo scenario per l’ospitalità romana

 

La figura tradizionale dell'albergatore romano, tanto criticata quanto peculiare, è ormai in via d'estinzione. Al suo posto emergono nuovi soggetti, spesso meno radicati nel territorio e con capitali provenienti da altri comparti economici. Il passaggio dei grandi hotel da gestioni familiari a gruppi internazionali ha portato a una professionalizzazione della gestione, ma ha anche ridotto il legame diretto con la città e la sua storia.

 

L’impatto di questa trasformazione sarà esponenziale in termini di standard e offerta, ma resta da vedere se questi nuovi protagonisti riusciranno a mantenere quel senso di appartenenza che caratterizzava l’ospitalità romana del passato.

 

Roberto Necci

info@robertonecci.it 

 

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