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Booking.com e la Commissione Europea

30/12/2019 - 31/12/2024

Le strategie di marketing applicate dai colossi della prenotazioni on line hanno raggiunto un tasso di sofisticazione oggettivamente elevato.

Booking.com è sicuramente fra i leader del mercato non solo per i suoi volumi ma anche per l'applicazione di questa innovazione tecnologica che comprende anche l'intelligenza artificiale.

All'interno della piattaforma di vendita on line Booking.com stimola costantemente l'utilizzatore a prenotare i servizi presenti e spesso la frase " ultima camera " "ultima disponibilità " è usata strategicamente  per stimolare gli acquisti istintivi.

Questa strategia di marketing ha comunque interessato la Commissione Europea la quale ha deciso di aprire una istruttoria nel confronti di Booking.com poiché ha ritenuto non veritieri i messaggi presenti sul portale ritenendoli in grado di condizionare le scelte del consumatore presentando una situazione non veritiera.

Secondo la Commissione Europea la frasi atte a stimolare l'acquisto " ultima camera " "miglior prezzo" non sono dimostrabili e quindi non e' certo che siano vere.

Booking.com da parte sua ha ritenuto di non contrastare con memorie difensive la Commissione Europea e sembra aver accettato le istanze riconoscendole fuorvianti ed accettando di applicare sul sito una comunicazione piu' veritiera verso l'utente finale.

Booking si è anche impegnata a rendere chiaro che dichiarazioni come “ultima camera disponibile” si riferisce solo al proprio sito e che quindi le camere potrebbero essere disponibil da altre parti.

Booking.com dovrà inoltre garantire  che  le offerte a tempo limitato siano effettivamente tali e che i confronti tra prezzi differenti rappresentino risparmi effettivi quanto reali.

Relativamente al prezzo totale che gli utenti dovranno pagare, questo dovrà contenere tutte le tasse che i clienti pagheranno.

La Commissione Europea ha dato tempo sino a Luglio 2020 a Booking.com per adeguare le offerte e la comunicazione.

E' chiaro che si va verso una maggior tutela informativa del consumatore, che dovra' avere dalle piattaforme informazioni veritiere e non fuorvianti; se tutto questo porterà un rallentamento delle prenotazioni e' oggettivamente da vedere.

La chiarezza e veridicità delle informazioni dovrà essere perseguita anche dai siti proprietari degli hotels che per essere un valido strumento di vendita dovranno adeguarsi ai nuovi standard di mercato non solo da un punto di vista prettamente tecnologico.

E' chiaro che l'intervento del legislatore mette un freno ad un uso della tecnologia che in assenza di norme ed indirizzi potrebbe non garantire adeguata tutela del consumatore.

Purtroppo questo è l'ennesimo intervento legislativo che dimostra che i nostri organi legislativi, nazionali ed europei non sempre sono al passo della evoluzione specialmente tecnologica e spesso debbono intervenire successivamente.

 

Roberto Necci

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