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La disoccupazione nel turismo

19/01/2022 - 31/12/2024

Uno degli aspetti più gravi del Covid, al di là dell'aspetto prettamente sanitario, è quello della disoccupazione che ne potrebbe conseguire.

A parere di chi scrive stiamo, nel comparto turistico, dinnanzi ad una vera e propria bomba ad orologeria.

L'ora X scadrà nel momento in cui termineranno, per le aziende turistiche, gli aiuti e le varie agevolazioni che l'emergenza Covid ha reso necessarie.

La cassa integrazione di tutte le misure è quella che più ha sostenuto le aziende ed i lavoratori.

Una misura che ovviamente non potrà protrarsi per sempre, il tema vero è che allo scadere delle agevolazioni il turismo non sarà tornato ai livelli pre crisi e ci sarà inevitabilmente una ripercussione diretta sulla forza lavoro.

Del resto le risorse della cassa integrazione non possono essere finanziate all'infinito ma è altresi vero che anche i licenziamenti genererebbero aggravio sulle casse dello Stato per i sussidi di disoccupazione.

Un tema caldo che va però affrontato subito e senza indecisioni.


Una via da seguire potrebbe essere l'analisi selettiva dei destinatari del beneficio.

Più volte anche all'interno di questo blog ci siamo soffermati sul turismo delle città d'arte il quale risulta maggiormente danneggiato dalla crisi poiché più dipendente dai mercati internazionali.


Alcuni segmenti di turismo, pensiamo al balneare orientato al mercato italiano, non hanno avuto i medesimi impatti; le aziende di questo segmento hanno subito sicuramente dei forti cali ma nelle città d'arte moltissimi alberghi continuano ad essere chiusi.



Alla luce di questa situazione è stato evidente anche al governo che " i codici Ateco" fossero ormai superati poiché nell'ambito della medesima attività vi si trovano situazioni molto diverse.



In questi mesi tuttavia addossare tutte le colpe al governo sarebbe ingiusto, anche le aziende ed in parte i lavoratori avrebbero potuto stilare accordi diversi.


Nell'ambito dei piani formativi, della riqualificazione professionale, dell'adeguamento delle risorse ad un mutato scenario ci sarebbero potuti essere ampi scenari di confronto a beneficio di tutte le parti sociali coinvolte.

 

Se è chiaro che il mercato non sarà identico a come lo abbiamo lasciato è conseguente che vi è necessità di adeguare l'offerta ed il modello gestionale, ma senza adeguata formazione tutto questo non sarà possibile.

 

La stessa offerta andrà ripensata e questi mesi potevano essere l'occasione per un confronto maggiore fra tutti gli stakeholder coinvolti alla gestione; come sempre più spesso accade in Italia si concentra nel breve termine e non nel lungo periodo.

 

Una strategia che magari ha visto nascere conflittualità fra proprietari delle mura e gestori ma non li ha visti ragionare insieme su come adeguare format edilizi e procedure per essere competitivi per i prossimi 20 o 30 anni.



Ora di tempo ne è rimasto davvero poco ma gli strumenti ci sono basta conoscerli ed applicarli e tramutarli in filosofia aziendale.

 

Roberto Necci

info@robertonecci.it 

 

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