21/11/2024 - 21/11/2026
Il panorama scolastico italiano, tracciato dalla nuova edizione di Eduscopio, offre uno spaccato dettagliato delle eccellenze e delle criticità della formazione superiore. L’analisi dei dati di oltre 1,3 milioni di studenti conferma una tendenza consolidata: i licei di provincia spesso superano quelli cittadini, gli istituti tecnici e professionali garantiscono migliori tassi di occupazione post-diploma, mentre il numero di esami sostenuti al primo anno di università cala in maniera preoccupante. Ma cosa accade quando ci si sposta nel settore turistico, uno dei pilastri dell’economia italiana?
L'Italia è una delle mete turistiche più ambite al mondo, con un patrimonio culturale, artistico e naturale che attrae milioni di visitatori ogni anno. Nonostante questa vocazione naturale, la formazione turistica resta un punto dolente. Gli istituti alberghieri, spesso percepiti come scelta di ripiego, non forniscono competenze manageriali, economiche e giuridiche adeguate per affrontare le complessità del settore. Al tempo stesso, manca una rete formativa integrata che includa:
Mentre i licei eccellono in preparazione accademica e gli istituti tecnici assicurano inserimenti rapidi nel mercato del lavoro, il settore turistico sembra abbandonato a una formazione obsoleta. Scuole private e paritarie guadagnano posizioni nelle classifiche, ma spesso puntano su settori più tradizionali. Per contro, i dati sugli occupati dimostrano che gli itis e i professionali pubblici sono il vero motore di ingresso nel mondo del lavoro, con percentuali di successo molto superiori rispetto ad altre tipologie di istituti.
Nonostante il potenziale economico del settore, gli istituti tecnici per il turismo e gli alberghieri soffrono di una reputazione negativa e di programmi formativi spesso inadeguati. La formazione si limita agli aspetti pratici e culturali, ignorando del tutto le sfide manageriali, economiche e digitali che i professionisti del turismo devono affrontare.
Questo vuoto formativo ha due gravi conseguenze:
Se l'Italia vuole continuare a essere leader mondiale nel turismo, è indispensabile una riforma del sistema educativo turistico. Occorre introdurre programmi interdisciplinari che includano economia, diritto, statistica e digitalizzazione, oltre a rafforzare il legame con università e imprese. Altrimenti, continueremo a sprecare una risorsa preziosa: i giovani talenti che potrebbero trasformare il turismo italiano in un settore all’avanguardia, capace di competere con le migliori realtà internazionali.
La sfida della formazione turistica non è solo educativa, ma strategica per il futuro economico del Paese. Per un’Italia che vuole essere protagonista, è tempo di passare dalle parole ai fatti.
Roberto Necci
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