25/03/2025 - 25/03/2027
Lunedì 24 marzo 2025, un articolo pubblicato da ItaliaOggi7 ha acceso i riflettori su un tema sempre più preoccupante: l’aumento vertiginoso delle insolvenze aziendali. Secondo l’analisi condotta da Allianz Trade, nel 2025 l’Italia potrebbe contare quasi 30.000 imprese prossime all’insolvenza. Un dato allarmante, che coinvolge trasversalmente numerosi comparti economici, incluso – e forse in maniera meno marcata – il settore alberghiero.
Il comparto alberghiero, già duramente colpito dalla pandemia e dalla successiva crisi energetica e inflattiva, si ritrova oggi in una posizione estremamente fragile. I costi operativi sono aumentati in modo esponenziale, in particolare per energia, personale e manutenzione. Allo stesso tempo, l’accesso al credito si è irrigidito, rendendo complesso il rifinanziamento di debiti contratti negli anni precedenti.
In un contesto in cui l’Italia si prepara a registrare un +10% di insolvenze nel 2025 rispetto al 2024, è inevitabile che molte strutture alberghiere – soprattutto quelle indipendenti e meno capitalizzate – si trovino esposte al rischio default. Le regioni a maggiore vocazione turistica, spesso dipendenti da una stagionalità marcata, risultano particolarmente vulnerabili a questa dinamica.
La crisi non ha solo ridotto i margini operativi, ma ha anche intensificato la concorrenza. Gli operatori alberghieri sono costretti ad abbassare le tariffe per stimolare la domanda, sacrificando profittabilità pur di mantenere livelli minimi di occupazione. Questo fenomeno, seppur efficace nel breve termine, non è sostenibile sul piano finanziario, soprattutto per chi ha esposizioni bancarie importanti.
Lo scenario italiano si inserisce in un contesto internazionale altrettanto instabile: secondo Allianz, l’incremento medio delle insolvenze globali nel 2025 sarà del +9%, per poi proseguire la crescita fino al 2026. I dati comparativi riportano aumenti significativi in paesi come Singapore (+49%), Turchia (+46%) e Australia (+42%). L’Italia, con il suo +10%, si trova comunque sopra la media storica del periodo 2012–2019, segno di un indebolimento strutturale più che congiunturale.
Per gli operatori alberghieri, diventa fondamentale agire su più fronti:
Il dato dei 30.000 potenziali default in Italia è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Per il settore alberghiero, ciò rappresenta una sfida epocale ma anche un’opportunità per ridefinire i modelli gestionali e adottare una visione più resiliente. Solo chi saprà affrontare con lungimiranza questa transizione potrà rimanere competitivo in un mercato sempre più selettivo.
Roberto Necci
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