03/05/2025 - 03/05/2027
Storicamente, le aree non ricettive degli hotel – ristorazione, spa, sale meeting, aree comuni – sono state considerate come centri di costo: servizi di supporto alla componente “core” della struttura, spesso tollerati in perdita, nella convinzione che contribuissero indirettamente all’attrattività complessiva dell’albergo. Oggi, tuttavia, un cambio di paradigma si impone: la trasformazione di questi spazi in veri e propri profit center rappresenta una leva strategica per la redditività complessiva dell’attività alberghiera.
La crescita del bleisure, la polarizzazione dell’offerta tra economy e lifestyle, e la pressione inflattiva sui costi fissi rendono essenziale ripensare il modello economico-alberghiero in senso più ampio, valorizzando ogni metro quadro con logiche di business indipendenti ma sinergiche.
Negli anni Novanta e nei primi Duemila, molte strutture si sono dotate di ristoranti interni, centri benessere o spazi eventi per ragioni più legate all’immagine che al ritorno economico diretto. L’approccio prevalente era quello dell’autoconsumo: offrire un’esperienza completa agli ospiti, anche a costo di erodere margini sull’intera operazione.
Con l’avvento delle logiche di asset-light e con la crescente separazione tra proprietà e gestione, è emersa una maggiore attenzione alla marginalità dei singoli reparti. Le catene internazionali hanno iniziato a monitorare KPI dedicati (come GOPPAR segmentato, RevPASH, TRevPAR), incentivando la razionalizzazione e, successivamente, l’imprenditorialità nella gestione delle aree ancillari.
Per rendere profittevoli le unità accessorie è indispensabile dotarsi di un cruscotto analitico specifico. Di seguito, i principali indicatori da implementare:
RevPASH (Revenue per Available Seat Hour): usato in ristorazione, misura il rendimento orario per coperto disponibile.
TRevPAR (Total Revenue per Available Room): consente di valutare il contributo di tutte le unità produttive alla performance media per camera disponibile.
SPA RevPOR (Revenue per Occupied Room): utile a misurare quanto la spa genera per ogni camera occupata.
OR per servizio ancillare: Occupancy Rate degli spazi meeting o delle aree benessere, utile per valutare la capacità di attrazione.
Margine operativo lordo per reparto: consente un'analisi comparativa sulla redditività netta per area.
Il monitoraggio mensile di questi KPI consente al management di identificare i colli di bottiglia, ridefinire pricing e pianificazione operativa, e orientare investimenti selettivi.
Una delle opzioni più efficaci per ottimizzare le aree accessorie è l'esternalizzazione a operatori specializzati, attraverso formule di affitto, gestione o revenue share. Alcuni esempi:
Ristorazione: Affidamento a chef noti o format ristorativi indipendenti con brand equity riconosciuta (es. bistrot gourmet, sushi lounge, brunch bar).
SPA e wellness: Partnership con marchi verticali (es. QC Terme, Lumen) che portano know-how e fidelizzazione propria.
Co-working e business hub: Conversione delle sale meeting in ambienti flessibili, gestiti con modelli abbonamento o on-demand.
Eventistica esterna: Sfruttamento della location per eventi privati o corporate, anche al di fuori del target ricettivo.
Tali formule consentono un duplice vantaggio: trasferimento del rischio operativo e generazione di flussi costanti(canone fisso o variabile).
La trasformazione delle aree ancillari in profit center richiede anche una strategia integrata di marketing e CRM. Il cross-selling mirato – ad esempio proporre un massaggio a chi prenota una suite, o uno sconto colazione al cliente corporate – consente di aumentare lo scontrino medio per ospite e il suo Lifetime Value.
Le soluzioni digitali oggi disponibili (CRM integrati, app di prenotazione interna, QR menu evoluti) rendono più semplice automatizzare le proposte e monitorarne i ritorni, anche attraverso A/B test continui.
Convertire un centro di costo in un profit center richiede visione strategica, strumenti analitici e talvolta il coraggio di affidarsi a partner esterni. Ma i benefici, in termini di EBITDA, appeal per investitori e resilienza del modello di business, sono tangibili.
Roberto Necci
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