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Il vincolo di destinazione d'uso alberghiero, un cimitero di alberghi

26/08/2025 - 26/08/2027

Questo post nasce da una chiacchierata estiva in quel di Riccione con l’amico Mauro Santinato, di Teamwork Hospitality che ha evidenziato la situazione riminese ma in realtà ampiamente diffusa in tutta Italia.

 

Il tema è quello del vincolo di destinazione d’uso alberghiero inserito nei piani regolatori comunali e regionali.
Un vincolo che, se da un lato vuole tutelare la vocazione turistica del territorio, dall’altro rischia di trasformarsi in un freno allo sviluppo urbano ed economico.

 

La criticità principale

 

 

Molti immobili, formalmente accatastati come alberghi, non sono più sostenibili come strutture ricettive:

 

Per soglie dimensionali troppo ridotte

 

Per onerosità eccessiva degli interventi di ristrutturazione

 

Per layout obsoleti, incapaci di soddisfare le nuove esigenze del mercato (numero di camere, standard di spazi comuni, dotazioni tecnologiche).

 

Il risultato è che questi immobili restano chiusi, spesso abbandonati e vandalizzati, contribuendo a creare un vero e proprio “cimitero di ex alberghi”.

 

La contraddizione per i Comuni

 

Da una parte temono che il cambio di destinazione d’uso comporti la perdita di capacità ricettiva e quindi di attrattività turistica.
Dall’altra, lasciare immobili inutilizzati e degradati rappresenta un danno ancora maggiore per il territorio, sia in termini di immagine che di economia.

 

Un settore in continua evoluzione

 

Nel comparto alberghiero i criteri di competitività cambiano ogni dieci anni. Un immobile non costantemente aggiornato perde inevitabilmente la sua usabilità e il suo valore.

 

Oggi molti ex hotel risultano invendibili:

 

Perché non trasformabili in strutture moderne e profittevoli

 

Perché bloccati da vincoli normativi che impediscono altre destinazioni d’uso.

 

La via d’uscita è nell’ambito dei piani regolatori regionali che queste situazioni devono essere affrontate con un approccio tecnico e condiviso. Serve una collaborazione reale tra: Regione, Comuni, parti sociali e operatori economici

 

Solo così sarà possibile:

✔ evitare il degrado urbano,
✔ garantire sviluppo economico sostenibile,
✔ ripensare le città e i territori con logiche di mercato e non solo con vincoli formali.

Un tema complesso, ma imprescindibile per chi guarda con serietà al futuro del turismo e della pianificazione urbana in Italia.

 

Roberto Necci

info@robertonecci.it 

 

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